DIRITTI E DOVERI DEL CANE
"Il mio cane non ubbidisce! … ubbidisce solo quando ne ha voglia lui! … è un vero testone, non fa mai quello che gli dico!"
Quante volte abbiamo sentito queste frasi e quante volte forse, ci è capitato di pronunciarle. Proviamo a farci delle domande: perché il nostro cane non ci ubbidisce? Perché prima ne aveva voglia ed ora no? Perché non fa quello che gli dico? Non è così semplice dare una risposta. Per farlo dobbiamo entrare nel mondo del cane e cercare di capire quali siano i suoi pensieri, le sue esigenze e dobbiamo imparare a rispettarli. Spesso invece, pretendiamo che sia lui a capire come deve comportarsi e che capisca ciò che gli chiediamo, senza fare nulla per spiegarglielo. Che il cane non capisca le nostre parole appare ovvio a tutti, ma quanti se ne ricordano nel loro rapporto con l’amico peloso?
Nessun cane è di indole "ribelle" e nessun cane ama fare i dispetti al suo padroncino. Il cane è un animale sociale che per sua natura vive in branco. Questa sua caratteristica fa sì che si disponga positivamente verso l’uomo. Molto spesso l’uomo, invece di coltivare questo rapporto di collaborazione che il cane gli offre, riesce a comprometterlo gravemente.
Il cucciolo tenero e pasticcione ben presto cresce e comincia a manifestare il suo carattere; carattere che abbiamo formato noi, consapevolmente o inconsapevolmente. Tutte le nostre azioni, positive o negative, sono momenti di apprendimento per il nostro cane, soprattutto in tenera età. Anche abbandonare un cane a se stesso in un giardino, lasciando che cresca senza avere un reale rapporto con noi, è comunque dare al cane un modello di vita: la mancanza di attenzione verso i comportamenti del nostro cane lo portano inevitabilmente a scegliere autonomamente gli atteggiamenti e le regole di vita. Le sue scelte, ovviamente, saranno spinte dal suo istinto e dalla sua predisposizione canina e così la sua idea della vita sarà necessariamente diversa dalla nostra e quel rapporto che inizialmente poteva essere perfetto finisce per diventare fonte di problemi e di stress per entrambi.
A questo punto nascono i dubbi: "Ma! Il mio cane dorme su cuscini di seta, riceve cibo in abbondanza e di ottima qualità, vive in un bellissimo giardino e spesso esce per lunghe passeggiate, è molto coccolato. Insomma non gli manca proprio niente!" Ne siamo sicuri?
Forse quello che gli manca e che sicuramente manca anche a noi, è l’intesa, l’affiatamento; aspetti veramente molto importanti nella vita di ogni animale sociale quali sono cane e uomo. Fortunatamente non è mai troppo tardi; certo con un cane adulto è più difficile perché gli errori che abbiamo fatto con lui sono di più ed hanno già lasciato un segno, ma ricordatevi, non è mai impossibile.
I diritti del cane: la figura del padrone
Immaginate per un momento di cambiare lavoro; diventate oggi dipendenti di una nuova società e dovrete svolgere un compito per voi nuovo. Dovete conoscere il vostro nuovo capo. Che tipo di persona avreste piacere di conoscere?
Penso che la risposta sia più o meno la stessa per tutti: una persona gentile, simpatica, disponibile, che sappia spiegarci con chiarezza che cosa dobbiamo fare, che ci guidi nelle nostre decisioni, che sappia valutare il nostro operato e che ci premi quando lavoriamo bene e ci aiuti a correggere i nostri errori quando sbagliamo.
Bhè, questo è proprio quello che ogni cane vorrebbe trovare quando entra a far parte di una nuova famiglia. Vi sembra difficile? Non lo è, bisogna solo armarsi di pazienza e provare. I risultati ripagheranno abbondantemente i nostri sforzi.
Da cosa iniziamo?
Innanzitutto impariamo ad osservare il nostro cane.
Dobbiamo riuscire a capire cosa gli piace e cosa invece lo infastidisce.
Facciamo un semplice esperimento: coccolate il vostro cane in diversi modi, carezze sopra la testa, sotto la testa, sulla schiena, sulla pancia e su ogni parte del corpo. Provate a sostituire le carezze con delle "grattatine" ed infine provate a "stropicciare" il vostro cane in diverse parti del corpo. Avete compreso la differenza?
Lui è molto bravo a comunicare ciò che gli piace di più; noi dovremmo fare altrettanto. Sarà nostro compito fargli capire cosa deve fare, cosa è lecito fare e cosa non lo è; tutto questo in modo molto gentile e molto semplice.
Dobbiamo capire innanzitutto che per il cane non è così semplice distinguere le diverse situazioni.
Un esempio: usciamo in giardino in "tenuta da cane" e il nostro amico prontamente ci accoglie affettuosamente saltandoci addosso. Questo suo gesto ci rende molto felici e accettiamo le sue feste coccolandolo e giocando con lui. In altre parole gli facciamo capire che il suo comportamento ci è gradito. Dopo un po’ rientriamo in casa e ci cambiamo d’abito per uscire a cena. Usciamo nuovamente e puntualmente ci secchiamo se lui cerca di saltarci addosso. Lui non ne può niente, si è limitato a ripetere un gesto che noi prima abbiamo apprezzato.
Il cane non può capire la differenza, noi lo sgridiamo e lui rimane interdetto. Il nostro diverso atteggiamento di fronte alla stesso suo comportamento gli provoca confusione e disagio ed allo stesso tempo noi non abbiamo risolto il nostro problema di riuscire a rimanere puliti.
Cosa dobbiamo fare, allora?
Dobbiamo essere coerenti, rendere al nostro cane le cose molto chiare e semplici. Se ci sono situazioni in cui non vogliamo che il nostro cane ci salti addosso, è ovviamente per lui difficile distinguerle, dobbiamo essere noi molto chiari: bisognerà fare in modo che il cane non decida autonomamente di saltare, ma al contrario, impari a stare fermo ed eventualmente quando desideriamo che ci faccia le feste, saremo noi a chiederglielo in modo molto chiaro. In questo modo il cane non deve preoccuparsi di pensare se può o non può fare una cosa, perché rimanendo fermo fa sempre la cosa giusta, e allo stesso tempo noi siamo tranquilli di aver risolto il nostro problema.
Questo è solo un esempio, in realtà dovremo imparare ad essere coerenti in ogni situazione, solo così potremo avere un cane tranquillo e sereno che non ci crea problemi.
Un’altra importante caratteristica di cui deve essere dotato un buon padrone è senz’altro la calma. Una persona calma e tranquilla normalmente mette a suo agio il suo interlocutore, cane o uomo che sia, dimostrandogli chiarezza e sicurezza. Contrariamente, una persona nervosa e agitata, manifesta insicurezza e tende a confondere e infastidire chi le sta davanti, creando una situazione di disagio, sicuramente non adatta ad una sessione di addestramento. Ricordiamoci quindi, di far lavorare il nostro cane in un’atmosfera serena; se siamo stanchi o nervosi, meglio rimandare la lezione ad un momento più idoneo.
Un’altra qualità, forse la più importante per instaurare un buon rapporto con il proprio cane, è quella di saper risultare interessanti ai suoi occhi. Dobbiamo essere capaci di innalzare la motivazione nel nostro amico, dobbiamo imparare a rendere divertente ogni cosa che facciamo con lui, dobbiamo fare sembrare tutto come un bel gioco.
Gioco? Ma che giochi piacciono ai nostri cani?
"Il mio cane non ama giocare: gli tiro un legno, lui lo va a prendere, ma non lo riporta, si ferma da un lato a sgranocchiarlo!" Secondo voi perché?
La risposta è molto semplice: perché non si diverte; trova più interessante rosicchiare il legno piuttosto che giocare con il suo padrone. Bisogna imparare a giocare con in nostri cani e bisogna insegnare loro a giocare. Il gioco è veramente fondamentale nella vita di un cane, soprattutto se si è almeno in due a giocare.
Doveri del cane
Abbiamo visto quali sono gli ingredienti fondamentali per costruire un buon rapporto con il nostro cane e quali sono gli atteggiamenti corretti per insegnargli qualcosa.
Ma quali sono i comportamenti da insegnare ad un cane? Cosa significa educare un cane? Dobbiamo ricordarci che educare un cane significa insegnargli a vivere in modo sereno all’interno della nostra società.
Penso che ognuno di noi abbia una sua visione personale del cane educato; tuttavia vi è un insieme di cose che tutti dovrebbero insegnare al proprio cane.
Osserviamo la vita di un cane e seguiamola passo per passo.
Il cucciolo entra in famiglia e cominciano i primi problemi: fa pipì ovunque, rosicchia qualsiasi cosa, non ci lascia dormire la notte. Tutti atteggiamenti molto normali e molto naturali per un cucciolo, ma tuttavia un po’ fastidiosi per noi. Non possiamo aspettarci che impari da solo a comportarsi come vogliamo noi, è compito nostro guidarlo verso le scelte giuste. Noi dovremo insegnargli dove è giusto che faccia i suoi bisogni. Dovremo fargli capire quali sono gli oggetti che può rosicchiare; noi dovremo preparagli un angolino confortevole e insegnargli che è bello dormire di notte.
Troppo spesso invece, facciamo la cosa opposta: sottolineiamo con un bel rimprovero le sue scelte sbagliate.
E’ l’ora della pappa: al solo rumore della ciotola il nostro tenerone si trasforma in una pallina di gomma che rimbalza su e giù, a destra e sinistra in modo vorticoso. Troppa eccitazione!! Dobbiamo insegnargli, poco per volta ad essere più rilassato ed aspettare la sua ciotola con pazienza.
Facciamo una visita dal veterinario: capiterà di frequente di entrare in quell’ambulatorio, di salire su quel lettino e di farsi ispezionare dalla testa ai piedi. Insegniamogli a vivere queste esperienze in modo piacevole, sarà più facile per lui, per voi e per il vostro veterinario.
Gli ci vuole una bella spazzolata: se oggi basta una persona per tenerlo mentre viene spazzolato, domani chissà, forse non ne basteranno due. Insegniamogli un poco alla volta ad accettare la spazzola, a fargliela piacere fino a trasformarla in uno strumento di coccole.
Facciamo un giretto in macchina: vediamo cosa pensa il nostro cucciolo. "uffa, che barba, perché devo entrare lì dentro, devo rimanere lì al chiuso, senza possibilità di giocare, senza che nessuno mi coccoli; io non salgo!". A questo punto, il cucciolo recalcitrante viene sollevato di peso e fatto salire in macchina. Si parte. Arrivati a destinazione, fermiamo l’auto e scendiamo; apriamo il portellone e ci servirebbero quattro mani per tenere il portellone abbassato e per contenere il nostro cane che ha perfettamente capito che è arrivato il momento di uscire da quel posto così noioso.
Proviamo a rendere i viaggi in auto meno traumatici per lui e meno faticosi per noi. Insegniamogli a salire in macchina , a rimanere tranquillo e soprattutto a non precipitarsi fuori appena ci si ferma. Dobbiamo farlo in modo piacevole e soprattutto per gradi: invitiamolo a salire, premiamolo e quindi lasciamolo scendere, senza dovere necessariamente andare da qualche parte. Via via aumentiamo la sua permanenza nell’auto, senza chiudere il portellone, ed insegniamogli a scendere senza doverlo tenere.
E soprattutto, anche qui, coerenza!
Se quando arrivo in un prato, dove non ci sono problemi, lascio che il cane si precipiti fuori dalla macchina, non posso pretendere che poi se ne stia tranquillo quando apro il portellone in una piazza trafficata, lui non può capire la differenza.
E’ arrivato il momento di una bella passeggiata in città: non lo abbiamo ancora deciso e già nasce il primo problema, dobbiamo mettergli il guinzaglio e lui, eccitato dall’idea, salta e si dimena e ci costringe ad un vero e proprio rodeo per riuscire ad agganciare quel moschettone.
Risolto un problema … eccone un altro: apriamo la porta di casa e lui si precipita fuori strattonandoci e rendendoci quasi impossibile chiudere a chiave. Finalmente raggiungiamo il marciapiede e cominciamo a camminare. Qui le reazioni variano da cane a cane, c’è chi si impunta un metro dietro, c’è chi si lancia in avanti e c’è chi si muove come un forsennato ora in avanti, ora di lato oppure ci gira intorno; le reazioni sono differenti, ma il risultato è sempre lo stesso: guinzaglio in tensione e noi affaticati e sotto stress, e meno male che doveva essere una passeggiata rilassante!
Incontriamo un nostro amico; prima ancora di salutarlo dobbiamo scusarci con lui per quelle due belle orme sui suoi pantaloni. Gli chiediamo come va, ma non riusciamo a sentire la risposta , perché il nostro cagnolino nel frattempo ci ha trascinato via.
Arriviamo al parco e concediamo al nostro amico un po’ di libertà e a noi stessi un po’ di riposo. Sganciamo il moschettone e lui per un istante ci guarda in attesa di una nostra proposta interessante, che probabilmente non arriva e così, immediatamente il cane schizza via e comincia a correre e ad annusare in giro.
Arriva il momento di rientrare e magari lui sta giocando con un altro amico peloso. Cominciamo a chiamarlo, ma lui è stato colto da un attacco di sordità acuta, proviamo ad urlare, a minacciarlo senza alcun esito se non talvolta, quello di farlo allontanare ancora di più.
Proviamo ad interpretare i suoi pensieri: "mi sto divertendo un sacco! Mi ha chiamato, ecco, vuole già tornare a casa, sempre sul più bello, mai che mi chiami per qualcosa di interessante; perché dovrei andare?!? Oh, oh. Si sta arrabbiando, meglio girare alla larga e se possibile, darsi alla fuga!"
Avete compreso che tutti i suoi comportamenti sono assolutamente normali? Siamo noi che probabilmente abbiamo sbagliato tutto. Non siamo stati in grado, e a volte non ci abbiamo neppure pensato, di insegnargli a comportarsi diversamente.
Anzi, spesso nel vedere un’altra persona con il suo cagnolino bene educato abbiamo pensato "Come è stata fortunata ad avere un cane così, io invece …".
Ma siamo sicuri si tratti di fortuna?